giovedì 3 febbraio 2011

Another Year di Mike Leigh

I requisiti per assaporare appieno il cinema proposto da Mike Leigh in “Another Year” sono almeno due. Primo: bisogna avere pazienza, per apprezzare la lenta tessitura del dialogo e tentare di immergersi nella coscienza dei personaggi. Secondo: entrare in sala – se non allegri – sorridenti, poiché si prospettano due ore malinconiche e disincantate in tutto il loro amaro realismo. Durante il corso delle quattro stagioni, la vita scorre per una coppia felice di sessantenni londinesi (il geologo Tom e la psicologa Gerri) che coltiva amorevolmente l’orto e si prende cura di un’amica (Mary) un po’ schizofrenica perché non riesce a scrollarsi di dosso la sua solitudine. Un obiettivo che potrebbe rigenerarla è Joe, il figlio trentenne dei coniugi, a sua volta desideroso di trovare una compagna con cui costruire una famiglia. In estate arriva in città per il weekend anche Ken, un compagno di infanzia di Tom, alle prese anch’egli con una situazione desolante, che ripercorre masticando grossolanamente cibo e alzando il gomito dentro una t-shirt con una stampa che è tutta un programma: “Less thinking…more drinking”. Entreranno anche in campo una gradita aspirante nuora e il mesto Ronnie, chiuso in un silenzio devastante a causa della perdita della moglie. L’apprezzato regista inglese, già Leone d’oro con “Il segreto di Vera Drake”, mette in scena con la consueta disarmante semplicità una storia intima, sviluppata attraverso le intense e lunghe conversazioni che intercorrono tra gli amabili ed eccellenti interpreti. Le loro personalità sono lavorate chirurgicamente, i loro desideri e rimpianti bucano lo schermo, la quotidianità dell’esistenza è condivisa con lo spettatore come in una grande, universale lezione di antropologia sociale. Laddove, forse, Leigh non è altrettanto impeccabile, è nella decisione di focalizzarsi sull’infelice persona di Mary, rubando inquadrature, parole e sentimenti agli altri attori. Una smagliatura, si potrebbe definire, perché “Another Year” è un insegnamento emozionante, un vademecum contemporaneo per capire meglio cosa significano la famiglia, l’amicizia, l’amore e la morte nel mondo che stiamo vivendo.

Voto: 8