sabato 5 giugno 2010

Maga Martina e il libro magico del draghetto di Stefan Ruzowitzky


Stefan Ruzowitzky, regista austriaco con già una discreta esperienza all’attivo in cui spicca “Il Falsario - Operazione Bernhard” (premio oscar come miglior film straniero nel 2008), si cimenta con un film d’avventura dedicato ai ragazzi che è anche la prima produzione tedesca in uscita con il marchio Disney.
Il lavoro prende spunto dai libri per bambini di grande successo dell’autore tedesco Ludger Jochmann che scrive con lo pseudonimo di Knister, e racconta la storia della vecchia strega Teodolinda (interpretata da Pilar Bardem, madre del più celebre Javier) che, attaccata per l’ennesima volta dal perfido mago ipnotizzatore Geronimo desideroso di impadronirsi del libro magico da lei custodito, decide di trovare un’erede e spedisce il suo piccolo drago Ettore in giro per il mondo alla ricerca di una predestinata a cui consegnare libro antico e annessi poteri magici. Ed è così che il draghetto panciuto Ettore (poco felice l’idea di doppiarlo alternando siciliano, campano e tedesco) si imbatte insieme al testo incantato nella casa di Martina, dove, scambiato per uno dei peluche del capriccioso fratellino Leo viene accolto in casa.

La bimba, quindi, scopre il libro e di essere stata scelta per diventare la nuova superstrega che sostituirà l’ormai anziana fattucchiera Teodolinda. Ma prima dell’investitura fatata deve dimostrare di sapere gestire i poteri e, soprattutto, tenere a bada l’ostinato Geronimo che è tornato alla carica con il fido cane parlante Serafino al seguito.

A questo punto si innescano una serie di gag laddove vanno in scena bisticci tra coetanei, compiti in classe e innamoramenti adolescenziali; scanditi e gestiti, ovviamente, a colpi di incantesimi.

Geronimo nel frattempo brama sempre più il librone magico, con il quale potrà finalmente costruire la macchina per il domino del mondo e ridurre gli abitanti del pianeta ad automi, e si anima la contesa-tiremmolla con il mago cattivo che strappa l’oggetto stregato a Martina ed inizia ad attuare il cambiamento: interi parchi sradicati, altalene e scivoli divelti, negozi resi austeri e meccanizzati, adulti indotti in stato di ipnosi e costretti ad ubbidire al Maestro, come si fa chiamare dagli adepti forzati.

Tutto sembra essere sotto controllo, e manca appunto solo un tassello per finalizzare il progetto criminale: nel suo quartier generale Geronimo ha fatto allestire una centrale operativa al cui interno è nato un marchingegno che servirà ad intercettare e raggiungere i segnali di tutte le TV della terra e trasmettere un malsano programma in grado di anestetizzare i sentimenti di quanti sintonizzati. Ma ecco, in rinforzo dell’umanità, arrivare Martina assistita da fratellino, compagni di scuola e draghetto, che con qualche stratagemma riescono a garantire l’incolumità degli ascoltatori e rendere inerme lo stregone ignobile regalando l’atteso e prevedibile “happy end”.

Come probabilmente emerso, “Maga Martina e il libro magico del draghetto” è un film modesto, dove la rappresentazione scontata non riesce mai a riscaldare i cuori in sala e neanche a divertire il piccolo pubblico disneyiano accorso per l’occasione. Queste ultime due righe, parere di chi scrive, sono probabilmente sufficienti per autenticare la prova incolore, e di riflesso suggerire a Walt Disney Pictures di rivedere questo modello di progetto e a Ruzowitzky di ritornare a generi a lui più consoni; regista che tuttavia si fa valere con qualche buona scena ad effetto come quella della classe allagata e le riprese corali degli uomini con risultato a metà strada tra i robot del seminale gruppo tedesco di elettronica Kraftwerk e gli zombie del video di Thriller. Ma non basta, ci vuole ben altro per sorprendere i giovanissimi ed intrattenere i loro accompagnatori adulti.


voto 4,5