Smart has the plans,
Stupid has the stories.
(Campagna advertising “Be stupid”, Diesel)
“Be stupid” è il nuovo provocatorio slogan pubblicitario della marca di abbigliamento Diesel, che in queste settimane sta urlando al mondo la sua filosofia di vita sintetizzata appunto dal claim che esorta alla stupidità; il fondatore dell’azienda Renzo Rosso chiarisce e spiega il messaggio ambiguo: “le persone che osano, che hanno coraggio, che usano il cuore prima del cervello, che credono nel nuovo anche se è pericoloso, quelli sono gli stupidi. È un elogio della creatività vera”. Che si concordi o meno con il Diesel-pensiero (scusate la divagazione), è facile condividere che, in questo senso, uno dei più grandi “stupidi” dell’ultimo trentennio di cinema è stato Emir Kusturica: dal delicato amarcord di “Ti ricordi Dolly Bell?” (1981) alla drammaticità poetica de “Il tempo dei gitani”(1989), al capolavoro grottesco “Underground”(1995) fino al caleidoscopico “Gatto nero gatto bianco” (1998) - per citare i lavori che preferiamo - , il regista di Sarajevo ci ha abituati all’intrattenimento più immaginifico e spiazzante, marchiato da un’ironia amara e soprattutto da una capacità riflessiva profonda. Va da sé, che con queste premesse è legittimo esigere tanto dai film di Kusturica; così è anche per “Promettilo!” (film realizzato nel 2007 ma che arriva solo adesso nelle sale italiane), commedia scanzonata che racconta la storia del giovanissimo Tsane a cui viene chiesto dall’ingegnoso nonno Zivojin convinto di essere in procinto di passare a miglior vita di lasciare la sperduta collina (ex)jugoslava alla volta della città e onorare tre promesse: vendere la loro preziosa mucca Cvetka al mercato, comprare (con i soldi ricavati) un’icona religiosa, e trovare una moglie da presentare all’anziano parente prima che le sue condizioni di salute si aggravino. Ma se i primi due impegni sono decisamente fattibili, accasarsi scegliendo una persona con il cuore non è cosa semplice (a tutte le età), e quindi per Tsane si preannuncia un fiasco amoroso, finché un giorno si imbatte in una coetanea dal volto angelico di nome Jasna. Ad aumentare il coefficiente di difficoltà dell’impresa matrimoniale ci pensa l’intreccio che coinvolge la madre della ragazza con il bizzarro boss locale Bajo (interpretato dall’ottimo Miki Manojlovic, alla quarta collaborazione kusturichiana) che si divide tra racket, prostituzione e un fantomatico progetto di costruzione delle nuove World Trade Centers in territorio balcanico; ma Tsane non è solo poiché può contare su una coppia di fratelli - Topuz e Runjo - altrettanto strampalata e temibile che lo aiuteranno a difendersi e a rincorrere il suo sogno-giuramento. Una storia piuttosto banale, qualche ridondanza un po’ stucchevole e una smarrita (o semplicemente non ricercata?) abilità di osservazione più intensa sono i difetti che potrebbero a ragione individuare comodamente i detrattori di “Promettilo!”. Tuttavia, il film nelle sua rappresentazione più comica è ben riuscito e regala momenti di schietta ilarità grazie ad un cast che gira all’unisono, all’ironia pungente dei dialoghi, e al consueto ritratto beffardo sugli usi e costumi locali. Inoltre, il talento del regista emerge prepotente regalando scene suggestive (il bagno nella vasca-piscina traboccante di mele), spassose (la serata al night), stravaganti (la sveglia-catapulta o l’”altalena” al campanile tra Zivojin e la maestra Bosa) e talvolta surreali (l’uomo “sparato” dal cannone da circo in orbita per tutta la durata della pellicola). In definitiva, non è certo il miglior lavoro del cineasta di Sarajevo ma c’è quanto basta per apprezzarne l’effetto e verve a sufficienza per consigliare a chi non lo conoscesse di entrare nell’universo-Kusturica da questa porta. Musiche originali riuscitissime di Stribor Kusturica - figlio del regista, che interpreta anche l’esilarante Topuz - e scenografie benfatte di Radovan Markovic.
voto 6