mercoledì 9 giugno 2010

The Hole in 3D di Joe Dante

Un 3D da paura. Sgombriamo il campo da qualsivoglia equivoco: da paura nel senso che la moderna tecnologia tridimensionale utilizzata in questo horror(e) è indubbiamente irrilevante ai fini dell'efficacia visiva, dunque spaventosamente inutile per lo spettatore.
Dane e Lucas - da poco trasferiti in una nuova, piccola città della provincia americana - trovano nel loro scantinato una botola accuratamente sigillata; decidono di aprire i molteplici lucchetti che celano un segreto e scatenano le "forze del male".
Con la vicina Julie si dovranno difendere dalle tenebrose presenze che ne minacciano l'incolumità e individuare quale sia la causa del buco-mistero.
Le intenzioni - dichiarate da Joe Dante - di esplorare le paure latenti dell'animo umano rappresentano uno spunto senz'altro interessante, peccato, però, che la messa in scena e il pathos siano modesti; a parte alcune apprezzabili sequenze (la stanza con le lampadine che esplodono, la costruzione degli ambienti digitali nella scena onirica finale), il resto è una rassegna di stereotipi del genere: bambole assassine, porte che si chiudono solennemente, effetti sonori che cercano didascalicamente il brivido, ecc.
Davvero troppo ordinario e scontato per un horror "con gli occhialini".

voto 4,5